"Siano poche le tue parole. Infatti dalle molte preoccupazioni vengono i sogni e dalle molte chiacchiere il discorso dello stolto" Qoelet 5
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martedì 30 agosto 2011
giovedì 25 agosto 2011
Chi conosce se stesso, conosce il suo Signore
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Al-Mu'îdColui al quale tutto ritorna |
"Quando l'uomo conosce se stesso nella sua essenza profonda, ossia nel centro del proprio essere, allora conosce il suo Signore. E conoscendo il suo Signore, conosce al tempo stesso tutte le cose, che vengono da Lui e a Lui ritornano. Conosce tutte le cose nella suprema unità del Principio divino, fuori dal quale, secondo Mohyddin ibn 'Arabi, non c'è assolutamente niente che esista, perchè niente può essere fuori dell'Infinito".
René Guénon
domenica 7 agosto 2011
"nomadi...lungo il transito dell'apparente dualità"
"SOCRATE: Non sai che gli occhi, quando uno non li volge più agli oggetti rischiarati nei loro colori dalla luce diurna, ma a quelli rischiarati dai lumi notturni, si offuscano e sembrano quasi ciechi, come se non fosse nitida in loro la vista?
GLAUCONE: Certamente
SOCRATE: Ma quando, credo, uno li volge agli oggetti illuminati dal sole, vedono distintamente e la vista, che ha sede in questi occhi medesimi, appare nitida.
GLAUCONE: Sicuro!
SOCRATE: Allo stesso modo considera anche il caso dell'anima, così come ti dico. Quando essa si fissa saldamente su ciò che è illuminato dalla verità e dall'essere, ecco che lo coglie e lo conosce, ed è evidente la sua intelligenza; ma quando invece si fissa su ciò che è misto di tenebra e che nasce e perisce, essa allora non ha che opinioni e s'offusca, rivolta in su e in giù, mutandole, le sue opinioni, e rassomiglia a persona senza intelletto"
PLATONE, La Repubblica
"Vivi nascostamente"
λάθε βιώσας
L'abate Arsenio, quando era ancora a Palazzo, così pregò: "Signore, conducimi verso la salvezza". Udì allora una voce che gli disse: "Arsenio, fuggi gli uomini e sarai salvo". Dopo che fu entrato nella vita monastica, pregò ancora nello stesso modo, e intese la voce dire: "Arsenio, fuggi, taci e pratica l' hesychia"
Apoftegmi dei Padri del deserto
martedì 2 agosto 2011
Che cos'è importante
"Che cos'è importante? Poter sopportare l'avversità con animo sereno; qualunque cosa accada, sopportarla come se tu avessi voluto che ti accadesse...
Che cos'è importante? Un animo forte e saldo contro le disgrazie, non solo lontano, ma anche nemico del lusso, che non vada in cerca dei pericoli, ma non li rifugga, che sappia non attendere, ma produrre la propria fortuna e avanzare contro la buona e la cattiva sorte senza paura e senza turbamento, non colpito né dall'attacco di questa né dallo splendore di quella.
Che cos'è importante? Non fare posto nell'anima a cattivi pensieri, levare al cielo le mani pure, non mirare ad alcun bene che, per passare a te, qualcuno deve perdere, desiderare ciò che si può desiderare senza sollevare opposizione: la saggezza...
Che cos'è importante? Innalzare lo spirito al di sopra delle cose che dipendono dalla fortuna, ricordarsi della propria condizione umana, cosicchè, se sarai fortunato, saprai che non durerà a lungo, se sarai sfortunato, saprai che non lo sei se non ti consideri tale.
Che cos'è importante? Tenere la propria vita a fior di labbra: questo rende liberi non in virtù del diritto romano, ma in virtù del diritto di natura. E libero è chi si è sottratto dalla schiavitù di se stesso: questa è continua ed ineluttabile ed opprime giorno e notte senza intervallo e senza pausa.
Essere schiavi di se stessi è la schiavitù più pesante: ma scrollarsela di dosso è facile, se smetterai di pretendere molto da te, se smetterai di cercare il guadagno, se terrai sempre presente la tua natura di uomo e la tua età, anche se fossi ancora giovane, e se dirai di te stesso: "perchè comportarmi da pazzo? Perchè affannarmi? Perchè sudare? Perchè rivoltare la terra e occuparmi di affari politici? Non ho bisogno di molto né a lungo".
Seneca, Questioni naturali III, 12-17
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