Cerca nel blog

lunedì 10 ottobre 2011

Otium

C'è di quelli cui la vita solitaria sembra più funesta della morte, foriera di morte. Questo avviene di solito agli ignoranti che, mancando di un interlocutore, non hanno argomenti di cui sappiano parlare con se stessi o con i libri, e perciò rimangono muti. La solitudine senza cultura è certo un esilio, un carcere, una tortura. Aggiungivi la cultura: diventa la patria, la libertà, il godimento... A proposito dell'ozio è celebre quel detto di Cicerone: "Cos'è più dolce di un ozio dedicato alle lettere?". Di rimando, non meno famose quelle parole di Seneca: "Un ozio senza lettere è la morte, è il funerale di un vivo". E se mi si osservasse che questi due diversivi così dolci per i filosofi, la solitudine e l'ozio, tornano talvolta assai molesti anche alle persone dotte, la ragione è chiara. Questo accade infatti a coloro che, presi da qualche piacere, amano la loro prigione, oppure cercano il sostentamento nei commerci, cui il volgo si dedica, e nelle attività comuni, oppure aspirano all'infida via degli onori per i volubili suffragi del popolo; per questi la cultura non è luce dell'animo e gioia della vita, ma mezzo per arricchire.

Francesco Petrarca, De vita solitaria



Nessun commento:

Posta un commento