Ma del sentimento di solitudine che compenetrava l'eremita del tempio di Artemide (Eraclito) in Efeso si può avere un presentimento agghiacciante solo nella più selvaggia desolazione della montagna. Da lui non sgorga nessun sentimento strapotente di commozione compassionevole, nessun desiderio di aiutare e salvare: egli è come un astro privo di atmosfera. Il suo occhio fiammeggiante, rivolto all'interno, guarda solo apparentemente, spento e glaciale, verso l'esterno. Attorno a lui, proprio sul baluardo della sua superbia, irrompono le orde della follia e della perversità; con disgusto egli volge lo sguardo da tutto ciò. Ma anche gli uomini di animo sensibile si scostano da una tale maschera tragica; un siffatto essere può apparire più comprensibile in un santuario appartato, in mezzo alle immagini degli dèi, accanto ad una architettura fredda e grandiosa... A lui non importava nulla di tutto ciò che si poteva domandare agli uomini e che gli altri sapienti prima di lui si erano preoccupati di domandare. "Ho cercato e indagato me stesso" egli disse usando una parola con cui si designa la consultazione di un oracolo, quasi che in lui stesso e in nessun altro si fosse veramente realizzato e avverato il principio delfico "Conosci te stesso".
Nietzsche
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